10 libri 100 euro. E andiamo al contrattacco

Mon, 17/12/2018 - 14:54
di
Giulio Calella*

“Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri”.
Mai come in questi tempi questa famosa frase di Antonio Gramsci è stata così calzante. Il 2018 è l’anno in cui la seconda Repubblica è sprofondata di fronte alla sconfitta verticale dei due partiti principali che hanno governato negli ultimi vent’anni, ma nessuna alternativa credibile e strutturale è comparsa all’orizzonte facendo emergere lo strano corpo deformato del governo Lega-Cinque stelle. Governo che si autodefinisce “del cambiamento” ma non mette in discussione la precarietà del lavoro, non propone una politica economica alternativa a quella liberista dominante e perpetua politiche aggressive e disumane come non mai verso i migranti.
Viviamo in un paese senza sinistra, in cui lo status quo non sembra mai realmente in discussione e al massimo assistiamo al culto delle variazioni minime. A noi interessa tornare a parlare in modo irriverente di trasformazioni radicali, ma per farlo vanno costruite ex novo le fondamenta della solidarietà sociale e il senso stesso di alcune nostre parole sussunte dalle logiche del mercato o pervertite nel loro significato.

Nel 2018 abbiamo compiuto 15 anni. Siamo nati in un contesto politico ed editoriale profondamente diverso da quello attuale, ma forse possiamo dire di essere riusciti a reagire strada facendo ai tempi che corrono.
L’obiettivo oggi è contribuire a ri-tracciare il campo di battaglia, ridando senso alle parole che ci sono state strappate di mano e dividendo ciò che viene artificialmente presentato come unito. Ed è con questo spirito che siamo orgogliosi di aver fatto nascere insieme alle/i compagne/i di avventura della redazione, la rivista Jacobin Italia, sorella della rivista statunitense che ha rilanciato il pensiero radicale oltreoceano, la dove da oltre un secolo sono abituati a vivere in un paese senza sinistra.
L’ispirazione viene proprio dai giacobini neri haitiani, gli schiavi della colonia francese che sul finire del Settecento si rivoltarono cantando la marsigliese contro l’esercito napoleonico. Serve oggi qualcosa di simile, c’è di nuovo bisogno che i “dannati della terra” strappino dalle mani degli ipocriti parole come “libertà, uguaglianza e fraternità” per farne un progetto di emancipazione.

Oltre che con il lancio della rivista, abbiamo provato a contribuire come sempre con i nostri libri e le nostre iniziative politico-culturali a immaginare un “ritorno al futuro”. Abbiamo organizzato la scorsa primavera al centro sociale Scup, insieme a tutta la rete di mutuo soccorso Fuori Mercato, il convegno “Mutualismo”, per prendere sul serio la crisi della sinistra e tornare agli albori del movimento operaio, la dove tutto ebbe inizio. Un convegno che ha avuto un grande successo di partecipazione producendo anche un manifesto per i diritti del mutualismo e dell’autogestione. E che per noi è stata anche l’occasione per lanciare il libro di Salvatore Cannavò sugli stessi temi. Elaborazioni che nel 2019 saranno rilanciate intrecciandole con l’incontro delle fabbriche recuperate europee che si svolgerà ad aprile 2019 alla Ri-Maflow e a cui contribuiremo attivamente.

In questa ricerca di conflitti inaspettati nel 2018 abbiamo anche lanciato due nuove collane: la collana Feminist, iniziata con il libro più importante della leggendaria attivista afroamericana Angela Davis che è stato precursore del dibattito vivissimo dentro al movimento Non una di meno sull’intersezionalità delle oppressioni di genere, razza e classe, e proseguita con il libro curato da Lidia Cirillo Se il mondo torna uomo; e la collana di narrativa working class diretta da Alberto Prunetti, per ricostruire in soggettiva un immaginario del mondo del lavoro, partita con il libro di Valerio Monteventi.
Abbiamo poi raccontato storie di conflittualità al margine con L’aurora delle trans cattive, analizzato i primi fallimenti del cambiamento a Cinque stelle con il libro di Paolo Berdini sulla giunta Raggi, continuato a stare sulle frontiere con il libro di Michele Giorgio e Chiara Cruciati a settant’anni dalla fondazione di Israele. Infine abbiamo proseguito il lavoro della collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 con due libri particolarmente riusciti come La Controfigura e Uccidi Paul Breitner.

Ci affacciamo al 2019 con la voglia di andare al “Contrattacco”. Quest’ultimo è stato il nome del festival di letteratura sociale che c’è stato a Bologna a novembre al Vag61, che ha intrecciato il lavoro della collana Quinto Tipo con quello della rivista Jacobin Italia, e che riproporremo nel 2019 sia a Roma che a Bologna. Continuerà il nostro impegno nelle fiere dell’editoria indipendente “Book Pride” e avremo presto un nuovo sito, più fresco e agganciato all’evoluzione del nostro lavoro culturale.
E ovviamente contrattaccheremo con le nostre novità editoriali. Alcune possiamo già annunciarle: il nuovo libro di Wolf Bukowski che smonta la retorica del decoro; il libro di Mauro Vanetti sulle varie “sinistre di destra” che analizza le crescenti fascinazioni sovraniste; il libro di Mimmo Perrotta su caporalato, Grande distribuzione alimentare e filiere alternative; la traduzione italiana del libro di Sara Farris “In the name of Women’s rights” che proseguirà la collana Feminist. A questi si aggiungeranno le novità in lavorazione della collana Quinto Tipo diretta da Wu Ming 1 e della collana Working class diretta da Alberto Prunetti, oltre ad alcuni importanti traduzioni di testi che non possiamo ancora annunciare.

Un lavoro culturale come il nostro ha bisogno di partecipazione attiva, e per questo come ogni anno proponiamo ai nostri lettori più affezionati un'offerta conveniente per voi e fondamentale per noi, per investire insieme sulla necessità di raccontare altre storie.
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